Scroll Top

“Reazione al fuoco” e nonwoven

Come non ci stancheremo mai di ripetere, la principale caratteristica del nonwoven è data dalla sua versatilità: così, anche parlando di normativa antincendi, fra i materiali che confluiscono nella grande famiglia del tessuto non tessuto possiamo trovare gradi di infiammabilità molto diversi.

È comune, ad esempio, la richiesta di tessuti non tessuti flame retardant, con un altro grado cioè di resistenza al fuoco.

Per capire meglio può essere utile dare un’occhiata alla normativa generale in materia.
Come in altri ambiti, anche nella classificazione dei materiali data dalle normative antincendio troviamo una sovrapposizione di norme italiane e comunitarie.

A livello italiano la fonte legislativa principale è il D.M. 26 giugno 1984 (“Classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi “).
Questo decreto, come indica il titolo, stabilisce i criteri di catalogazione dei materiali (inclusi tessili e similtessili, come i nonwoven) rispetto a quella che viene definita come “reazione al fuoco”.

A seconda della reazione al fuoco ad ogni materiale può essere assegnata da una classe che va da 0 (materiale totalmente ignifugo, come i laterizi) a 5 (materiale estremamente infiammabile).  Le classi vengono assegnate dietro prove specifiche che devono evidenziare una serie di caratteristiche ben precise:

  • Infiammabilità
  • Velocità di propagazione delle fiamme
  • Gocciolamento
  • Post-incandescenza
  • Sviluppo di calore nell’unità di tempo
  • Produzione di fumo
  • Produzione di sostanze nocive durante la combustione.

Norme successive hanno stabilito invece il tipo di classificazione richiesta per determinati utilizzi.
Sono molti gli impieghi per i quali oggi è richiesta la certificazione del grado di reazione al fuoco dei materiali: è necessaria, ad esempio, per tutti i materiali per edilizia e per i materiali utilizzati per gli allestimenti in teatri, fiere, stand –inclusi i tendaggi e gli altri materiali tessili o similtessili.

Il nonwoven viene in questo caso incontro alle esigenze sia dei costruttori che dei teatri o delle aziende che devono esporre: sono infatti disponibili tessuti non tessuti ignifughi di classe 1 (o C1, come generalmente riportato nella documentazione tecnica). Un livello di protezione molto alto, non sempre raggiungibile con i tessuti di origine animale o vegetale.

L’altro riferimento in materia è la normativa europea UNI EN 13501-1:2009, che si rivolge specificatamente ai materiali da costruzione. La classificazione europea si presenta più strutturata rispetto a quella italiana in quanto alla misura generale della “reazione al fuoco” se ne possono affiancare altre, specifiche per i parametri del gocciolamento e dell’emissione di fumi.

Fra i due sistemi di classificazione non sono possibili equivalenze dirette, quindi, perché i parametri sono definiti in modo diverso; se fare riferimento alla classificazione italiana oppure europea dipende però dall’ambito di impiego che deve avere il materiale in oggetto.

Indipendentemente dalla classificazione utilizzata, però, il nonwoven si conferma un materiale fra i più adatti a rispettare gli standard di sicurezza più esigenti.

Lascia un commento

WhatsApp
Apri la chat